
L’Unione Europea ha messo nero su bianco una proposta di regolamento che potrebbe ridefinire in modo radicale il mondo del packaging. Si tratta del Packaging and Packaging Waste Regulation (PPWR), un pacchetto legislativo pensato per rispondere all’urgenza ambientale e ridurre drasticamente i rifiuti da confezionamento, tra le principali fonti di inquinamento in Europa.
La proposta nasce da una necessità concreta: solo nel 2021, l’Europa ha generato oltre 84 milioni di tonnellate di rifiuti da imballaggio. Sebbene i tassi di riciclo, specie per la plastica, siano in aumento nell’UE, la produzione di rifiuti da imballaggio continua a crescere a un ritmo molto più rapido rispetto alla capacità effettiva di riciclo, mettendo in crisi la sostenibilità del sistema attuale.
Il nuovo regolamento punta, dunque, a riequilibrare il rapporto tra produzione e riciclo, introducendo una serie di misure obbligatorie che avranno impatti diretti su tutta la filiera del packaging. I punti chiave previsti dal Regolamento PPWR sono:
- Stop agli imballaggi superflui: la normativa intende limitare la produzione di imballaggi eccessivi, incoraggiando formati più essenziali e ottimizzati, sia nel peso che nel volume.
- Obbligo di progettazione riciclabile: ogni imballaggio immesso sul mercato dovrà essere completamente riciclabile, con percentuali di riciclabilità minime da raggiungere entro il 2030.
- Design eco-compatibile: gli imballaggi dovranno rispettare criteri di progettazione sostenibile, favorendo il riutilizzo, l’impiego di materiali facilmente riciclabili, e riducendo al minimo elementi difficili da trattare (come adesivi ed etichette complesse).
- Etichettatura e trasparenza: saranno introdotte nuove regole per l’etichettatura degli imballaggi, al fine di facilitare lo smaltimento da parte dei consumatori e garantire loro informazioni chiare.
Per essere classificato come riciclabile, il packaging dovrà soddisfare criteri ben precisi ed essere:
- Progettato per il riciclo ovvero concepito per facilitare le operazioni di recupero e trattamento;
- Oggetto di raccolta differenziata, così da poter essere intercettato e gestito dai sistemi di recupero esistenti;
- Separabile in flussi omogenei e definiti, che non influiscano sulla riciclabilità di altri flussi di materiali riciclati su scala;
- In grado di generare materie prime secondarie di qualità sufficientemente alta da sostituire le materie prime primarie.
Parallelamente, il PPWR introduce anche meccanismi di Responsabilità estesa dei produttori (EPR): le aziende saranno chiamate a coprire i costi di gestione dei rifiuti derivanti dai loro imballaggi, dalla raccolta al riciclo. Questo significa che affidarsi a materiali facilmente riciclabili per i propri packaging non sarà più solo una scelta etica, ma anche economica.
In questo contesto, Resaplast, da anni attiva nella progettazione di soluzioni circolari, propone imballaggi realizzati in Polipropilene 100% riciclabile, privi di materiali superflui e progettati per il riutilizzo, la riduzione degli scarti e l’ottimizzazione della logistica. Il tutto senza mai compromettere la sicurezza degli alimenti, che per Resaplast resta una priorità assoluta e non negoziabile.
Entro il 2030, l’obiettivo per gli Stati membri dell’UE è chiaro: ridurre del 5% la produzione pro capite di rifiuti da imballaggio, per giungere poi a un -15% entro il 2040.
È proprio in questo scenario che Resaplast si pone come partner industriale strategico per le aziende food e si propone di anticipare il cambiamento. Lavoriamo ogni giorno per allineare le nostre soluzioni con i principi del PPWR, tra cui:
- Riciclabilità comprovata: tutti i nostri packaging sono progettati per il riciclo meccanico e realizzati in monomateriale 100% riciclabile.
- Assenza di over packaging: ogni contenitore Resaplast è sviluppato su misura per l’alimento che andrà a contenere, il che permette di ridurre al minimo gli sprechi di materiale.
- Design riutilizzabile e modulare: i nostri imballaggi sono robusti, durevoli e pensati per cicli multipli di utilizzo.
- Riduzione dell’impronta ambientale nella logistica: grazie alla loro leggerezza e impilabilità, i nostri contenitori permettono un trasporto più efficiente, con meno viaggi e minori emissioni di CO2.
- Produzione a basso impatto ambientale: sfruttiamo l’energia proveniente da fonti rinnovabili, utilizziamo impianti innovativi a basso consumo energetico e ci impegniamo a ridurre i nostri scarti produttivi interni.
Con il PPWR, la filiera agroalimentare dovrà trasformare il proprio approccio al confezionamento e al riciclo.
Non si tratta solo di una regolamentazione: è una sfida tecnica e normativa che impone di ripensare l’intero sistema del packaging come un asset strategico per l’ambiente, la logistica e la comunicazione. Aziende come Resaplast, che hanno fatto della sostenibilità un pilastro, sono già pronte a guidare questa trasformazione attraverso soluzioni di confezionamento efficaci, sostenibili e conformi.